Si tratta di un forno per la rifusione del vetro per produrre oggetti artistici; ma potrebbe essere usato anche per la cottura e/o la ricottura di alcune ceramiche in quanto testato fino a 1000 gradi (finora...)
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Forno con quadro di regolazione |
La struttura è costituita da 2 cassette uguali in lamiera verniciata e da un anello metallico (quello blu) che fa da distanziatore e da elemento di fissaggio delle due prime parti che si aprono a conchiglia.
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Forno aperto |
L'isolamento è dato da diversi strati di "feltro" di fibroceramica, sovrapposti fino a raggiungere uno spessore di circa 8 cm.
Gli elementi riscaldanti sono 4 resistenza a spirale in tubi di quarzo per un totale di 2800w massimi, più che sufficienti a riscaldare il volume interno del forno chiuso in circa un'ora; non serve maggiore velocità, è sufficiente arrivare alla temperatura necessaria, anche lentamente.
Gli elementi che sostengono le resistenze sono in lamierino di acciaio inox che sopporta temperature anche superiori ai 1000 gradi.
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Soffitto della camera del forno |
Il tipo di fibroceramica che ho usato quando è nuovo è di color marrone perchè impregnato di sostanze leganti. Alla prima accensione le sostanze leganti si bruciano producendo fumo, ma dopo questa "cottura" la fibra diventa quasi bianca e più friabile, ma non produce più alcun fumo.
Per gestire il ciclo di fusione del vetro é necessario controllare la temperatura e regolare l'apporto di calore di conseguenza: allo scopo uso una scheda elettronica (una PLC) che permette di impostare un ben preciso ciclo di cottura (per esempio per il vetro è una spezzata a 7 segmenti) con delle fasi di riscaldame lente poi veloci ma soprattutto un raffreddamento molto lento a cavallo di uno specifico intervallo di temperatura, altrimenti il vetro si spezzerebbe inevitabilmente.
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Quadro elettrico |
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Lato posteriore del forno con scatola di ingresso dei cavi e sede del regolatore dimmer |
Per gestire le resistenze è presente anche un regolatore dimmer grazie al quale è possibile una regolazione lineare e continua della potenza delle resistenze. La cosa è particolarmente utile nella fase di raffreddamento nella quale sarebbero deleteri continui sbalzi di temperatura. Con la PLC è possibile applicare un colcolo PID che modulando la potenza delle resistenze permette di regolare con sufficiente precisione la temperatura.
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Stampo in ceramica per vetrofusione |
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Preparazione di una semplice vetrofusione per un test di collaudo |
Quando la temperatura è al massimo (in questa fusione è arrivata a 880C°) si può anche aprire per qualche breve istante il forno, in questa fase il vetro è un liquido denso e viscoso per nulla fragile, e si vede come si sia adagiato sullo stampo.
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Risultato del test |
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Esempio di prodotto della vetrofusione |